Cassandra Crossing/ La disintossicazione dallo streaming

(489) —  L’utilità dello streaming deve essere “bilanciata” con l’immoralità del DRM?


Cassandra Crossing/ La disintossicazione dallo streaming

(489) — L’utilità dello streaming deve essere “bilanciata” con l’immoralità del DRM?

4 dicembre 2021 — I 24 irriducibili lettori di Cassandra sanno bene che, fin dal numero 1 di questa rubrica, la nostra profetessa si è scagliata in maniera veemente contro tutte le tecnologie DRMS (Digital Rights Management System), che cominciavano allora ad inquinare le nostre vite digitali.

Dal 2005 un’eternità è trascorsa, ed i problemi di controllo e tracciamento, mai adeguatamente contrastati, hanno invaso tutti gli aspetti della vita digitale di ciascuno.

Oggidì, a causa principalmente dell’incoscienza della stragrande maggioranza degli umani connessi, non esiste più, per chi vorrebbe tutelarsi da quello che Shoshana Zuboff ha battezzato il “capitalismo della sorveglianza”, la possibilità di sfuggire completamente al “sistema”, come si poteva fare 20 anni fa.

La limitazione del danno è oggi l’unica, e non facile, strategia possibile,ed è in questa direzione che i difensori della privacy si muovono in tutti i modi possibili, dall’azione politica fino alla scelta del cellulare.

Accade però che in queste strategie passive, per semplice distrazione o per mancanza di tempo, si infiltrino, come nell’attacco a Zion, agenti maligni il cui effetto non viene adeguatamente valutato.

E’ stato così che, sfruttando la notissima debolezza di Cassandra per il mondo di Starwars, una nota multinazionale dell’intrattenimento ha cominciato ad incassare dal lei un modesto abbonamento mensile.

Ora, come già scritto più volte in passato, il desiderio tipicamente Jedi di restare in contatto con la saga di Starwars ed i suoi spinoff si è rivelato un approccio masochista; quanto già chiaramente percepibile negli Episodi VII, VIII ed IX (si vedano a proposito le “cassandre” 1, 2, 3 e 4) si è ulteriormente amplificato negli spinoff televisivi.

Quindi, perché continuare a fornire un contributo, praticamente mai utilizzato, ad uno degli Imperi del Male?

Fortunatamente un momento di autocoscienza è stato scatenato dall’avvicinarsi di una data importante; il 10 dicembre si celebra la quindicesima IDAD — International Day Against DRM, come d’uso capitanata dall’organizzazione Defective by Design.

E’ la giornata prescelta per mandare segnali ad un’industria, come quella dell’intrattenimento, sempre più malata e nemica dei propri clienti; per l’appunto il bersaglio di elezione di quest’anno è l’azienda che ha distrutto uno dei miti di Cassandra, rendendolo un semplice prodotto plasticoso di banali supereroi

Quindi, quale momento migliore per disdire l’abbonamento che, tramite offerte speciali non facilmente rinunciabili, si era insinuato nell’elenco di pagamenti mensili di Cassandra? (elenco che, ad onor del vero, è fatto soprattutto di virtuose piccole donazioni mensili ad organizzazioni che se lo meritano come EFF, FSF, Internet Archive, Tor, Debian etc.)

Detto fatto, una veloce (si fa per dire) comunicazione ad un noto monopolista di rete fissa et voilà, il mio contributo alla XV IDAD è pronto. Un’avida multinazionale da oggi è un po’ meno ricca.

Ed inoltre la coscienza mi rimorde meno, visto che l’(utilissimo) abbonamento a Netflix è ancora lì a ricordarmi che anche Cassandra rimane un po’ peccatrice.

By Marco A. L. Calamari on December 4, 2021.

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