(330) — La scena hacker in Italia è viva e fantasiosa. Un souvenir dall’End Summer Camp di Mestre.
(330) — La scena hacker in Italia è viva e fantasiosa. Un souvenir dall’End Summer Camp di Mestre.
19 settembre 2014 — Le classiche vacanze familiari di Cassandra
vengono talvolta (e fortunatamente) interrotte da licenze premio, che
devono essere accuratamente contrattate.
Tali periodi vengono trascorsi in posti peculiari, dove si svolgono
eventi come l’immaginifico Chaos Communication Camp, il
supertecnico OHM o il più nostrano e politicizzato
Hackmeeting.
Ci sono altri due eventi targati Italia, il quadriennale MOCA, e quello a cui Cassandra si è recata, l’annuale End Summer Camp che si svolge in quel di Mestre, in una suggestiva cornice militare, non di un aereoporto come il CCC ma a Forte Bazzera, una polveriera del ’900, o meglio all’esterno di essa, e che chiude annualmente la serie degli eventi della scena italiana.
Gli incontentabili 24 lettori sono abituati alle lunghe digressioni che vengono immancabilmente somministrate loro ogni volta che Cassandra rientra da una di queste licenze. Queste sono però necessarie per compensare parzialmente l’assoluto silenzio che di solito le riviste specializzate italiane riservano a tutte queste manifestazioni, preferendo pubblicare recensioni di gadget, racconti di fantascienza, interviste con grandi scienziati e manager, ed altre cose che considerano evidentemente più meritevoli di diffusione, più interessanti per i propri lettori, o più rappresentative dell’Italia “connessa”.Ma stavolta, per fare qualcosa di diverso, più sintetico, per onorare la nerdaggine che contraddistingue questo evento, ed anche per dare una visione assolutamente soggettiva, ecco una sola delle tante belle cose colà viste.Uno dei seminari illustrava un’applicazione non convenzionale della stampa 3D a deposizione di filo.
Inserendo un microfono nel corpo di una stampante, e controllandola non attraverso i soliti software di modellazione 3D ma attraverso un riproduttore musicale MIDI, un vero nerd è riuscito a modulare il normale rumore dei motori passo-passo che la azionano, e farle suonare diversi motivi, uno dei quali la Marcia Imperiale, che ha fatto sussultare per un attimo il cuore di Cassandra, nonché un’antologia di altri motivi, meno pregnanti ma interessanti.
Nel far questo ovviamente la stampante esegue anche un oggetto filiforme, poi opportunamente montato in una cornice.
Poteva Cassandra resistere ad utilizzarlo per ampliare la sua collezione di aggeggi di Star Wars?Ovviamente no!
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By Marco A. L. Calamari on September 3, 2017.
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