(307) - Apparecchi elettronici connessi che da oggetti assurgono al ruolo di soggetti; netizen che, entrati a far parte di certe reti, si…
(307) - Apparecchi elettronici connessi che da oggetti assurgono al ruolo di soggetti; netizen che, entrati a far parte di certe reti, si riducono ad oggetti. Uno spunto dai lettori di Cassandra.
20 dicembre 2013 — Ci sono occasioni in cui persone abituate a scrivere hanno la fortuna di sentirsi decisamente inadeguate rispetto ai propri lettori, i quali talvolta commentano in maniera decisamente originale e creativa i contenuti e le tesi degli articoli.
In casi come questi, leggere i forum degli articoli è, credetemi, un premio per gli autori, e Cassandra, che conosce quasi uno per uno i suoi intelligentissimi 24, ne ha avuto due esempi la settimana scorsa.
Nel suo commento un lettore proponeva il “rovesciamento” del titolo dell’articolo “Oggetti Soggetti”, ottenendo un nuovo punto di partenza rispetto al tema precedente, che era quello di aggeggi elettronici sempre più intelligenti, fino al punto da non poter più essere relazionati come cose di proprietà, ma come servi di più padroni, se non addirittura come entità autonome.
Nell’articolo Cassandra si era permessa di sostenere l’esistenza di un grande e maggioritario numero di utenti della Rete che poteva essere definito l’“Internet degli Idioti”. Apparterrebbero a questa comunità tutti coloro che, senza averne un bisogno effettivo (attori, politici e pochi altri) pompano informazioni personali proprie ed anche di altri su comunità sociali quali Facebook, e girano con in tasca un telefono furbo ben riempito di applicazioni zombie che tracciano e comunicano tutto quanto possono.
La suggerita rinuncia allo smartphone era la
logica reazione, coerentemente e contemporaneamente già suggerita e
praticata da Cassandra.
Un secondo lettore si è dichiarato irritato per essersi riconosciuto
incluso nella categoria, ed ha commentato, in tono tuttavia molto
civile, il suo totale disaccordo.
Si è ritrovato 6 risposte, 6 opinioni che gli confermavano di essere incluso nella categoria “definita” da Cassandra.
Un fatterello, ma meritevole di ulteriore analisi. 6 a 1 è al di là delle più rosee previsioni di Cassandra, e per questo il fatterello assurge statisticamente a fatto meritevole di ulteriore analisi. Perché un comportamento che sembra naturale ad una persona diventa un problema se qualcuno gli fa notare che a suo parere è stupido, e motiva dettagliatamente i motivi del suo giudizio?
Su mille altre questioni questo non accade: anche amici per la pelle possono darsi reciprocamente gli stessi titoli, discutere, non cambiare idea e restare amici come prima.
Bene, considerato che Cassandra e gli utenti di Facebook sono per certo su posizioni molto diverse, quasi avversari, ma non certo nemici, è bene sottolineare che l’“Internet degli Idioti” non è formata da idioti, ma da una quantità di gente normale, con la stessa distribuzione di sessi, quoziente intellettivo, empatia, previdenza, astuzia e tutte le altre caratteristiche di un essere umano della media della popolazione.
E’ il comportamento collettivo ad essere idiota.
Avversari quindi, non nemici. Anzi, per sottolineare ulteriormente, confermo che la maggioranza dei miei amici e conoscenti hanno un account su Facebook. Non ci siamo tolti il saluto.
Ma detto questo non si possono fare sconti. La comunità degli utenti Facebook è un walled garden i cui componenti, nessuno escluso (i “furbi” pensano di esserlo usando account multipli, finti, senza “informazioni importanti” etc), danneggiano sempre e comunque sia se stessi che la propria cerchia di relazioni.
Accettano passivamente lo sfruttamento di chi accumula valori astronomici, il controllo totale di chi usa i dati così accumulati.
Non si curano del loro futuro, e spesso iniziano a coltivare una loro immagine, anzi un’auto-immagine con l’obbiettivo di iconizzarsi, di ottenere “fama” nel walled garden, di diventare archetipi della comunità.
Ma in assenza di talento, di valore e di mestiere, la stragrande maggioranza, dopo aver fatto tutti i danni del caso, si trasforma semplicemente in oggetti sulla Rete, molto più meccanici del mio Nabaztag.
Cassandra deve quindi fare un’autocritica, i due lettori hanno perfettamente ragione.
Non di “Internet degli Idioti” si tratta, ma dalla vera “Internet degli Oggetti”.
Una Rete formata non di apparecchiature sempre più intelligenti, ma da persone intelligenti, potenziali partecipanti della Rete, che si trasformano, più o meno volontariamente, in oggetti.
“Soggetti Oggetti”, appunto.
Originally published at punto-informatico.it.
Nota per che riceve gli articoli via mail. Medium.com modifica automaticamente i link contenuti negli articoli quando li invia per mail, rendendoli traccianti. La cosa disgusta Cassandra, che se ne è accorta solo di recente grazie ad una provvidenziale segnalazione. Se ciò superasse il vostro limite di indignazione, ed in attesa che Cassandra trovi una soluzione od un’alternativa, potete fruire dell’articolo direttamente sul sito.
Scrivere a
Cassandra — Twitter — Mastodon
Videorubrica “Quattro chiacchiere con
Cassandra”
Lo Slog
(Static Blog) di Cassandra
L’archivio di Cassandra: scuola, formazione e
pensiero
Licenza d’utilizzo: i contenuti di questo articolo, dove non diversamente indicato, sono sotto licenza Creative Commons Attribuzione — Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale (CC BY-SA 4.0), tutte le informazioni di utilizzo del materiale sono disponibili a questo link.
By Marco A. L. Calamari on April 1, 2023.
Exported from Medium on January 2, 2024.