Cassandra Crossing/ Gli elettori sognano politici elettrici?

(276) — Uno sboccato orso blu manipolato da remoto, che rivoluziona la politica smontando i concorrenti armato di Google. Un incubo…


Cassandra Crossing/ Gli elettori sognano politici elettrici?

(276) — Uno sboccato orso blu manipolato da remoto, che rivoluziona la politica smontando i concorrenti armato di Google. Un incubo distopico o un sogno da accarezzare?

29 marzo 2013 — Cassandra, già debilitata dagli anni, pare ormai più influenzata dai serial fantascientifici che dalla vita “reale”.

Il terzo episodio della seconda stagione di Black Mirror, la qui già citata miniserie che ha già messo alla prova i 24 inconvertibili lettori, narra una storia che si innesta in maniera curiosamente naturale nell’attuale situazione delle cosiddette “democrazie occidentali”.

La storia dell’episodio Waldo moment — l’occasione di Waldo dovrà essere in questa occasione completamente disvelata: il lettore che prosegue è quindi consapevole e consenziente.

In un verosimile futuro di una verosimile elezione suppletiva di un paese anglofono, un partito che nel collegio dove si voterà sa di essere perdente in partenza mette un annuncio per la ricerca di aspiranti candidati perdenti, che facciano la campagna elettorale col tiepido supporto del segretario nazionale, giusto per “esserci”.

La nostra Lei si presenta, viene squadrata da una commissione e riceve poi via SMS l’annuncio di essere la prescelta.

Nel frattempo il nostro Lui, timidissimo ed imbranato comico, ha creato Waldo, un personaggio animato che riscuote un certo successo, e che come l’ormai antico Max Headroom, partecipa a show televisivi, animato in tempo reale grazie all’animatronic dal nostro Lui, che ne è contemporaneamente autore e burattinaio.

Waldo è un caricaturale orso blu, con un dente d’oro, un’anatomia “completa” e un linguaggio che scandalizzerebbe anche uno scaricatore di porto che si è appena tirato una cassa di incudini su un piede.

Capita che un politico del partito opposto finisca in un piccolo scandalo sessuale, e che durante una trasmissione venga aggredito e preso per i fondelli dal nostro Lui, ovviamente incarnato in Waldo.Successo immediato: il proprietario della rete televisiva subito inserisce Waldo nei dibattiti politici, e Waldo fa polpette di candidati sempre più importanti, prima sorpresi ed impreparati, poi anche se preparati, ragionevoli ed argomentanti.

Viene costruito un pullmino con un megaschermo sulla fiancata, con dentro Lui, la sua apparecchiatura per animare il personaggio ed una collaboratrice che gli fa ricerche istantanee con Google via wireless. Waldo scende così nelle strade, segue i grandi politici e li ridicolizza ad ogni comizio.

Lo slogan “Vota Waldo” è la logica conseguenza. Lui ha una relazione con Lei, ma poi come Waldo la ridicolizza in un dibattito. Fine della love story.

Il proprietario della rete televisiva ha il controllo della situazione: è il proprietario dei “diritti” sul personaggio Waldo. Dapprima chiede a Lui di presentare Waldo come candidato alle elezioni: il successo cresce ancora, ma una sera il direttore lo invita ad un colloquio “riservato” con un personaggio di un’Agenzia.

Avvolto nella penombra, il misterioso (ma non troppo) individuo prevede la vittoria di Waldo alle elezioni, ma gli chiede anche di presentarsi candidato in altri Paesi meno ricchi per creare una nuova politica “sintetica” e direttamente controllabile.

Lui va in crisi, decide di far gridare a Waldo di non votarlo, che è tutto finto. Alla prima occasione lo fa ma viene gettato giù dal furgone.

Waldo, ora animato da altri, esorta la folla a picchiare Lui, ed ovviamente c’è chi aderisce con entusiasmo.

Alla fine si vota e Waldo, ormai controllato da “altri”, arriva solo secondo, ma per un soffio e comunque davanti a Lei.

Finale distopico, piovoso e notturno, degno di “Blade Runner”.

Qualche tempo dopo vediamo Lui dormire con altri barboni in un sottopassaggio umido. Poliziotti in divisa antisommossa li cacciano con bastoni elettrici.

Lui si trova di fronte ad un maxischermo dove Waldo parla, Waldo è sulle bandiere, sulle ali degli aerei da caccia, fa lezione ai bambini, è un lider maximo che invita alla speranza e al… cambiamento. Accenna ad un gesto di ribellione verso il pupazzo e viene picchiato di nuovo, metodicamente.

The end.”Niente più che un Grande Fratello — direte voi — una interessante modernizzazione che usa non i datati mezzi di Orwell, semplici telecamere e microfoni, ma i sofisticati mezzi di una società connessa e sovraccarica di informazioni”.

Vero, giusto e corretto.

Però… il finale è tragico, ma siamo poi certi che l’idea sia davvero da scartare?La vita politica, che ha sovraccaricato i pochi neuroni ancora vitali di Cassandra, poveri e magri ma che ancora cercano di funzionare seguendo la logica, costruisce persone quasi artificiali che dicono cose pianificate e decise a tavolino.

Candidati di plastica, protesizzati, amplificati, che al massimo vediamo in lontananza, ingranditi da un megaschermo.Professionisti somministrati a tutti da una televisione che mai come oggi deforma la mente delle persone.

C’è poi così tanta differenza con Waldo?

Ma l’idea potrebbe funzionare, anche in senso opposto!

Basta candidati veri. Vietateli! Dateci solo candidati finti. Simulacri programmati, che si affaccino nel nostro PC chiedendo il permesso di parlarci, che possano essere registrati, ricordati, ricercati, confrontati come con Google.

Dateci una copia personale di sintetici segretari di partito, rigorosamente costruiti a tavolino senza la necessità di siliconi, amplificatori, pasticche per la raucedine e tacchi rialzati.

Magari, se possibile, contenenti una reale e discussa volontà politica del loro partito.

Va bene che siano tutti ventenni, denti perfetti, uno e novanta, capelloni e quinta misura, purché cerchino di convincerci “on demand”, solo quando abbiamo voglia e tempo di ascoltarli.Dotatissimi, ma dotati anche di “Salva e chiudi”, “Cancella” e “Disinstalla”. Anzi, pure formattabili a basso livello.

E non potranno mancare versioni degli aspiranti premier scaricabili come app sullo smartphone, purché sempre cancellabili a piacere.

Scomparirebbe così la necessità, sempre onnipresente e pericolosa in politica, di dover decidere “chi” far parlare, raccogliendosi dietro una persona che deve essere solo un simulacro della sua parte.

Potremmo avere politici finti molto, molto ma molto più “veri” di quelli veri. Sapendolo, senza sotterfugi.

Anche Manitù, Hitler o Conan il BarbaroE magari i partiti e le organizzazioni avrebbero una diversa e più adatta via per distribuire idee e ragionamenti.

Almeno alla gente “strana” come molta di quella che bazzica la Rete.


Originally published at punto-informatico.it.


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By Marco A. L. Calamari on July 10, 2023.

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