(221)— Interfacce amichevoli, colori riposanti, finestre di dialogo aperte al dialogo. Ma che succede se la tecnologia si ribella…
(221)— Interfacce amichevoli, colori riposanti, finestre di dialogo aperte al dialogo. Ma che succede se la tecnologia si ribella? Cassandra alle prese con l’informatica del bloatware.
26 aprile 2011 — Questi Spiccioli avevano un altro titolo, “Il Computer nuovo di Sofia”, in effetti più descrittivo ma che non andava al nocciolo della questione: i perditempo che proseguiranno forse saranno d’accordo.
Il mestiere di zio prevede alcuni momenti obbligati e catartici, associati di solito a cerimonie e/o regali. E’ avvenuto così che un sempre più convinto assertore del Software Libero si trovasse a scegliere, anche se per conto di altro parente poco informatizzato, un portatile nuovo per la nipotina.
Detto fatto, rapida visita all’attuale computer, giusto per vedere cosa lei utilizza, dolorosa accettazione del fatto che questo avrebbe richiesto l’acquisto di un computer ovviamente di grande marca ma ahimè dotato di un certo famoso e diffusissimo sistema operativo che proprio libero non è. Inizia un accurato monitoraggio di siti di e-commerce ed offerte speciali…
Il monitoraggio produce i suoi frutti e dopo qualche giorno mi arriva un bel portatile, ovviamente con CPU a fine serie ma di poco, ad un prezzo veramente stracciato. Così tanto che anche un’amica corre a comprarsene un altro (e mi tocca ordinarglielo e portarlo a casa sua).
Ma torniamo a Sofia ed al suo futuro (forse, e vedremo perché) portatile. Rimane ovviamente nella sua scatola per qualche giorno, poi l’approssimarsi della cerimonia rende indispensabile metterci mano. Lo scopo finale è risparmiare ai genitori della suddetta nipotina la fatica di destreggiarsi fra mille inizializzazioni, aggiornamenti, trappole commerciali, finti periodi di prova, finte applicazioni gratis ecc, evitando soprattutto che compiano scelte troppo sbagliate per la futura salute informatica della suddetta.Detto fatto, computer tolto dall’imballaggio, batteria inserita e caricata, wireless pronta e via…
Il computer parte, fa subito domande la cui risposta non potrà mai più essere cambiata (ma perché?) riceve tutte le risposte giuste (volete mettere?), si collega alla rete, fa altre domande oscure ai più ma non a Cassandra, si riavvia, e finalmente parte.
Niente scrivania, è un reboot fatto solo per vedere ulteriori strani messaggi e box di installazione di roba mai richiesta.
Altro reboot. Questo invece è dovuto al fatto che evidentemente il disgraziato possessore non ha patito ancora abbastanza, infatti deve pagare lo scotto non solo al fabbricante del noto sistema operativo ma anche al fabbricante del portatile stesso e a tutti i famigli che con la suddetta grande marca hanno stretto patti di sangue. Il sangue, si intende, è dell’unico che ha tirato fuori i soldi cioè il povero consumatore.
Devono quindi essere superate con grandissima attenzione ben quattro schermate degne di Duke Nukem 3D, fitte di questionari vampireschi per le informazioni personali, di offerte di installazione di finte applicazioni gratuite, di finti periodi di prova, di antivirus che ti proteggono da tutto, ma se paghi qualcosa ti proteggeranno ancora di più (ma non proteggevano già da tutto?) da strumenti per la rimozione di virus (ma non c’era già l’antivirus?) di un programma per il backup in Rete (ma i cd sono fuori moda?).
No, non lo voglio, no, non accetto, si sono sicuro, no, non ricordarmelo, si, sono sicuro. Ahhhhh, finalmente la scrivania!Non basta ancora: uscendo dalle tribolazioni imposte dal famoso produttore del portatile ricominciano le profferte. Ben due suite di programmi per ufficio (quale ufficio?) e di produttività personale (forse si riferisce a FarmVille) mi tentano. Una si rassegna ad installarsi solo un pochino (il no non è ammesso), ma minacciandomi di pubblicità per il resto dei miei giorni; l’altra, di un produttore che credevo ormai scomparso, si rassegna ad abitare il portatile di Sofia per soli 30 giorni. Sì sì, tanto poi vi sistemo io.La seconda viene prontamente rimossa per ragioni umanitarie, cioè per non farla soffrire inutilmente per 30 giorni, per essere poi sostituita da qualcosa più aderente alle preferenze dello zio e di cui la nipote od i genitori non si accorgeranno mai. Lo zio è un po’ scafato, e prima di installare alcunché di estraneo decide di eseguire la lunga cerimonia degli aggiornamenti.
Ah, nel frattempo siamo ad un’ora e mezza di balia per il nascituro portatile. Sofia, ti voglio tanto bene.
Detto, fatto: ah, 63 aggiornamenti, beh, anche i sistemi operativi Aperti e Liberi ogni tanto ti installano centinaia di mega, meno male che lo fanno senza che tu neanche debba smettere di lavorare. Avanti con fiducia!Beh, è ora di cena quindi gli intervalli possono essere riempiti col cibo. Ah, dopo mezz’ora la barra del download è ancora allo zero percento? Eppure la Rete funziona perfettamente. La lucetta dell’hard disk non lampeggia, ma è perché la famosa marca del portatile ha deciso che non serviva e non l’ha installata. Il disco è silenziosissimo e sovrastato comunque dal ventilatore. Mah, non facciamo stupidaggini. Annulla, aspetta, esci. Non si sa mai, riavviamo. Installo aggiornamenti, aspetta, scrivania, cerca aggiornamenti e crea un punto di ripristino (di che cosa?) scarico scarico scarico, installo, installo, Devo-Assolutamente-Ripartire, clicca qui (ma non lo potevi far da solo?).
Installo, configurazione, inizializzazione (e siamo a tre ore e mezzo). Finalmente la maschera della password, inserimento e via! Via si fa per dire: artistica schermata blu (non quella della morte, più bellina) cursorino fisso che gira e messaggi rassicuranti, fine messaggi, cursorino congelato… Dopo dieci minuti la sicurezza comincia a vacillare. Il computer medita e non lo si distoglie con nessuna manovra. Altri venti minuti, poi rimane solo lo spegnimento drastico e si riparte.
Hop, installo aggiornamenti, configuro, inizializzo, maschera per la password, schermata con cursorino che gira… smette di girare… altri venti minuti, altra brutalità.
F8, modalità provvisoria, prova ad avviarti… ah non ce la fai? F8, ripristina, punto di ripristino… Come non c’è?? Ma se mi avevi detto… Vabbè riparti da backup iniziale… non c’è il backup? Non l’ho fatto??? Ma quando l’avrei dovuto fare e come?
Siamo all’una di notte, di un’avventura cominciata alle 18:00 e condotta da un’esperto (o almeno da persona convinta di esserlo). Certo, c’è sempre l’ESC-F11 e la condanna a morte del sistema operativo, ma non me la sento di addormentarmi con questo peso sulla coscienza. Forse domani andrà meglio.
Ma il sonno tarda: è davvero questa l’informatica moderna ed amica, quella per gli utenti non smaliziati e felici che si vedono nelle pubblicità?
O è piuttosto un’inaudita perversione tecnico commerciale, ormai così comune da essere supinamente accettata dai più, che violenta i clienti facendoli patire sangue?
E rendendoli felici solo alla fine, quando il dolore cessa?
Ma il dolore e lo stress sono necessari nella moderna informatica di consumo? Bella domanda.
Originally published at punto-informatico.it.
By Marco A. L. Calamari on April 8, 2022.
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