(164) — Non è un refuso, e neppure la calura estiva. Perché la Rete mantenga le sue promesse all’umanità, occorre che sia l’umanità stessa…
(164) — Non è un refuso, e neppure la calura estiva. Perché la Rete mantenga le sue promesse all’umanità, occorre che sia l’umanità stessa a tener fede ai propri valori.
28 agosto 2009— Ho impiegato una parte non trascurabile delle vacanze a cercare di insegnare un po’ d’inglese alla mia nipotina di sette anni e mezzo, vittima di una scuola elementare che considera evidentemente la memorizzazione di informazioni un anatema da evitare a tutti i costi.
E’ pur vero che la “bit generation” che stiamo allevando vivrà connessa alla Rete, e quindi le informazioni potrà reperirle con la massima facilità, ma almeno una certa quantità di dati dovrà comunque averla in testa, e se le maestre non cominciano ad abituarla alle elementari non le faciliteranno certo la vita.
La Rete non potrà sostituire tutti le fonti di informazione, anche se i suoi benefici saranno accessibili in modi che oggi sono ancora nel regno delle idee, future invenzioni mischiate e nascoste in mezzo alle tante idee sballate che non si realizzeranno mai.
I benefici della Rete. Ma i bambini di oggi beneficeranno davvero della Rete? La Rete tra cinque o dieci anni sarà ancora quella sostanziale benedizione che è stata per le due generazioni precedenti?
E’ una domanda che, dato il mio mestiere di cassandra, mi sono già posto molte volte, ma ragionando (si fa per dire) su ambiti particolari, limitati.
E se Cassandra per una volta facesse davvero il suo mestiere e provasse a vaticinare il destino della Rete?
Il futuro è sempre in movimento, nebuloso ed incerto, ma le tendenze attuali, non solo legislative e tecnologiche, ma soprattutto l’atteggiamento della grande maggioranza del popolo della Rete non preludono a niente di buono.
L’empowerment che la Rete ha fornito agli individui, in termini di comunicazione ed accesso alle informazioni, sta oggi agendo a vantaggio di chi vuole farsi gli affari degli altri, sia per scopi commerciali che per esercitare un controllo sociale.
Se questo trend dovesse mantenersi, tra dieci anni mia nipote, avviandosi alla maggiore età, potrebbe chiedermi dove ero mentre la Rete si trasformava in uno strumento di controllo sociale diabolico, infernale, in una “Infernet”.
Cosa risponderle? Magari un semplice “Eh, io lo dicevo già vent’anni fa!”.
Potrei accompagnare questo con una veloce visita agli Internet Archive per mostrare delle vetuste pagine web (in HTML, pensate un po’!) dove dei bit ormai da tempo congelati nella matrice attestano le mie antiche parole.
Potrei anche estrarre dall’armadio dei ricordi una vetusta ed ormai inutile Pbox, per dimostrarle che non solo di (pur importanti) parole si trattava, ma anche di fatti.
No, dovrei invece renderle conto di anni di contrapposizione (chiamarla “lotta” mi suona male) all’archetipo del “Big Brother”, cioè contro un’icona dei poteri e delle persone che vogliono eliminare la libertà e controllare la cultura, in Rete e fuori.
E forse questo è un errore grave. Attribuire cioè a persone, stati ed aziende una particolare volontà di controllare la Rete e trasformarla in una “Infernet” come azione volontaria, pianificata e controllata.
Forse tra dieci anni sarà evidente che il vero nemico era il “Bit Brother”, cioè la Rete, la matrice stessa, e che i cattivi di turno che l’hanno usata per manipolare e controllare le persone non erano di una razza più evoluta, ma erano gli stessi che con le bandiere, gli inni, le religioni, le sette, la TV, i giornali ed i cartelloni pubblicitari lo hanno fatto da secoli.
Potrebbe rivelarsi evidente che la Rete, come tante altre cose, ha due facce, e ha mostrato, per caso o per necessità, prima la sua faccia angelica e creatrice e poi quella diabolica e distruttrice. Con l’energia atomica è successo il contrario, visto che l’atomo per la guerra ha preceduto e non seguito quello per la pace.
In questo caso la mia generazione, ed in particolare gli entusiasti della Rete come me dovrebbero assumersi in pieno le loro responsabilità, come Oppenheimer che di fronte al lampo di Trinity ammise di aver pensato un passo del Bhagavad Gita:
“Se nel cielo divampasse simultaneamente la luce di cento soli, sarebbe come lo splendore dell’Onnipotente. Sono diventato Morte, il distruttore dei mondi”
Ma mancano dieci anni ed il futuro non è ancora scritto.
Perciò, “Lasciala stare, Bit Brother: a noi due!”
Originally published at punto-informatico.it.
Scrivere a
Cassandra — Twitter — Mastodon
Videorubrica “Quattro chiacchiere con
Cassandra”
Lo Slog (Static Blog) di Cassandra
L’archivio di Cassandra: scuola, formazione e
pensiero
Licenza d’utilizzo: i contenuti di questo articolo, dove non diversamente indicato, sono sotto licenza Creative Commons Attribuzione — Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale (CC BY-SA 4.0), tutte le informazioni di utilizzo del materiale sono disponibili a questo link.
By Marco A. L. Calamari on May 26, 2023.
Exported from Medium on January 2, 2024.